Traumi importanti, eccessive sollecitazioni e malformazioni anatomiche possono condurre, nel corso degli anni, ad un sovraccarico delle giunture articolari e, quindi, ad una prematura usura delle stesse.
In questi casi il dolore rappresenta un grosso limite nel confronti del paziente, che si ritrova impossibilitato a compiere anche i gesti più comuni, come camminare, correre o sedersi. Tra le articolazioni più soggette a tale fenomeno ci sono il ginocchio e la caviglia, poiché predisposte a sostenere il peso del corpo anche durante i movimenti più intensi. L’impianto di protesi permette di risolvere questo tipo di problematica in maniera efficiente, restituendo al paziente libertà di movimento e riuscendo ad eliminare definitivamente la sintomatologia dolorosa.
La caviglia è un’articolazione in grado di sostenere tutto il peso del corpo e caratterizzata da un ampio range di movimento. Essa è composta dalla porzione prossimale del piede (astragalo) e da quelle distali della gamba (tibia e perone). Dovendo sopportare importanti sollecitazioni, questa articolazione possiede robusti legamenti che si suddividono in due gruppi:
Legamenti Mediali: detti anche legamenti deltoidei, sono il legamento telo-tibiale anteriore, il talo-tibiale posteriore, il legamento tibio-calcaneare e il legamento tibio-navicolare.
Legamenti Laterali: suddivisi in tre legamenti separati, sono costituiti dal legamento tale-fibulare anteriore, dal talo-fibulare posteriore e dal legamento calcaneo-fibulare.
Un altro rinforzo è fornito dai tendini, tra i quali troviamo:
• Tendine d’Achille
• Tendine Tibiale Anteriore
• Tendine Tibiale Posteriore
• Tendini Peronei
Sebbene in condizioni fisiologiche risulti essere una struttura anatomica resistente e performante, nei quadri patologici più seri, come ad esempio casi artrosici più severi, può essere necessario intervenire chirurgicamente attraverso l’impianto di una protesi. I sintomi legati a tale condizione sono riassumibili in:
- Irrigidimento
- Limitazione dei movimenti
- Dolore
- Deformità
L’intervento di protesi alla caviglia si rivela un’opzione che deve essere presa in considerazione solamente dopo un’attenta valutazione del paziente. In alcuni casi è sconsigliabile optare per questo tipo di trattamento, come ad esempio quando è presente un’articolazione poco stabile e non allineata, quando il paziente presenta un’importante compromissione delle parti molli, quando sono presenti evidenti condizioni di infezioni locali croniche o acute, grave osteoporosi o disordini neuromuscolari.
Per quanto riguarda l’intervento vero e proprio, il tempo richiesto per portare a termine l’operazione è di circa due ore. Esso consiste nel posizionamento di componenti protesiche sui capi articolari danneggiati dall’artrosi, che sono in grado di ripristinare la corretta superficie articolare.
Nella prima fase di convalescenza, è richiesto al paziente di indossare un tutore di caviglia per circa 4/5 settimane.
È necessario tenere a mente che che la riabilitazione inizia fin dai primi giorni successivi all’intervento. Tenere sotto controllo la sintomatologia dolorosa, lo stato di infiammazione e il mantenimento del tono muscolare rappresentano i principali obiettivi da perseguire nella fase acuta.
Intraprese le sedute di riabilitazione con il fisioterapista, il paziente dovrà imparare a deambulare con le stampelle, al fine di evitare di caricare troppo peso sull’arto operato. In questa fase risulteranno molto importanti gli esercizi vascolari e posturali da svolgere durante la giornata, al fine di ridurre al minimo il gonfiore della parte operata, e allo stesso tempo poter intervenire sul tono muscolare, evitando la perdita di massa magra.
Dal momento in cui il tutore verrà rimosso, il programma riabilitativo dovrà essere intensificato e gli obiettivi principali da perseguire saranno due: recupero completo dell’articolarità e il rinforzo della componente muscolare, mirando quindi al ripristino della condizione fisiologica dell’arto.
L’intervento di protesi alla caviglia è tuttavia molto più raro rispetto a quello al ginocchio o dell’anca. È consigliabile suggerire al paziente questo percorso solamente nei casi in cui la sintomatologia dolorosa non sia sopportabile e i limiti riscontrati durante la quotidianità non siano più sostenibili.
Ad ogni modo, questo tipo di intervento può essere una valida soluzione per tutti coloro che desiderano ritrovare una buona articolarità e quindi la possibilità di vivere nuovamente la quotidianità senza dolore e con maggiore libertà.
Mi chiamo Roberto Camisassa, sono Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia. Mi dedico principalmente alle patologie a carico del Piede e della Caviglia ed opero presso in strutture accreditate con il SSN in Piemonte.
Per contatti e appuntamenti potete chiamare uno dei centri nei quali visito o prenotare una visita compilando l'apposito modulo.