Stiamo parlando degli interventi chirurgici, un mondo in continua evoluzione che presenta ogni giorno vantaggi sempre più tangibili. Le attuali tecniche innovative e mini-invasive disponibili in campo chirurgico permettono di risolvere o minimizzare i problemi causati invece dalla chirurgia aperta, riducendo le complicazioni e migliorando il processo di recupero postoperatorio.
Ovviamente prima di decidere per l’operazione sarà mio compito prescrivere al paziente gli esami necessari per poter effettuare la giusta diagnosi.
Solo nel momento in cui, dopo un determinato processo diagnostico terapeutico, la situazione dovesse restare invariata ed il problema persistere, si opterà per la chirurgia.
I timori e le paure che nascono spontanei sono legati all’anestesia, al dolore post-operatorio e alle tempistiche di recupero. Di solito le aspettative terribili dei pazienti per fortuna non si verificano. Vediamo nel dettaglio come si svolgerà l’intero processo.
Fase pre-operatoria
Circa una settimana prima dell’intervento il paziente viene sottoposto a tutti gli esami di routine, ematici e un elettrocardiogramma, spesso considerati una perdita di tempo, ma che in realtà risultano fondamentali per raccogliere tutte quelle informazioni importanti da tenere in considerazione il giorno dell’intervento. I risultati dei test effettuati permetteranno di valutare nel dettaglio la situazione per evitare spiacevoli inconvenienti durante l’operazione.
Durante la giornata del pre-ricovero il personale della Clinica fornirà al paziente tutte le informazioni necessarie per arrivare pronti il giorno del ricovero e dell’intervento.
Il giorno dell’intervento
• Normalmente viene imposto il digiuno dalla mezzanotte della sera prima;
• Bisogna ricordarsi di procurarsi e portarsi dietro la scarpa post-operatoria nel caso di interventi sull’avampiede come l’alluce valgo o l’alluce rigido, o tutori ortopedici da scegliere in base alla complessità dell’intervento;
• È molto importante che il piede resti addormentato durante l’intervento: si lascerà la sala operatoria ancora sotto anestesia, che nella maggior parte dei casi viene somministrata in locale o in loco-regionale, ossia solo sul piede o dal ginocchio in giù. In questo modo il paziente viene ricoverato per un periodo molto breve, potendo tornare a casa già la sera stessa o al massimo la mattina successiva. Normalmente l’anestesia scelta per questa tipologia di interventi è un “blocco a livello della caviglia” (ankle-block) o un “blocco sciatico-popliteo” (popliteal-block).
Ovviamente se il paziente soffre d’ansia e lo richiede può essere sedato per tutta la durata dell’intervento.
• Il dolore è molto soggettivo e dipende anche dalla corretta anestesia periferica che, se ben fatta, limita l’uso di farmaci antidolorifici.
Post-operatorio
Fondamentale è la riabilitazione postoperatoria che, se intrapresa tempestivamente, aiuta a recuperare meglio e più velocemente.
Le tempistiche sul recupero dipendono sia dalla tipologia di intervento che dalle condizioni di salute del soggetto.
Nel primo mese successivo all’operazione sono previste visite e radiografie di controllo sempre a seconda della tipologia di intervento subita. In questo modo si ha la possibilità di valutare la corretta guarigione delle osteotomie effettuate durante l’intervento e passati i primi 30-40 giorni si può generalmente abbandonare la scarpa post-operatoria per tornare ad una più normale.
Mi chiamo Roberto Camisassa, sono un Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia. Mi dedico principalmente alle patologie a carico del Piede e della Caviglia ed opero presso la Clinica La Vialarda di Biella, la Clinica Eporediese di Ivrea e l'Istituto Clinico Valle D'Aosta a Saint-Pierre. Per contatti e appuntamenti potete chiamare uno dei centri nei quali visito o prenotare una visita compilando l'apposito modulo.