Come crescono i piedi dei bambini?
Quando un bambino inizia a muovere i suoi primi passi è naturale che lo possa fare in maniera poco corretta: l’ingombro del pannolino, la mancanza di stabilità e la continua ricerca di equilibrio possono far assumere quella posizione “a papera” che però non deve allarmare.
Il bambino tende ad auto correggersi verso gli 6-7 anni.
Prima il piattismo dei piedi è da considerarsi fisiologico, proprio perché la muscolatura deve potersi sviluppare a sufficienza.
Osservare come vengono consumate le suole delle scarpe, quali posizioni assume il piede durante la deambulazione e statico a piedi uniti, può aiutare i genitori a seguire lo sviluppo dei piedi e ad accorgersi di eventuali problematiche.
Osservare il bambino mentre corre: se tende a inciampare spesso, se si stanca prima dei loro coetanei o se si lamenta di dolore ai piedi o alle caviglie durante le passeggiate.
Cos’è il piede piatto e quali sono i sintomi?
Si tratta di una conformazione più che di una vera e propria patologia, per la quale il piede cede verso l’interno (verso l’altro piede) in tutte le fasi del passo.
Un piede piatto appare “come un ponte che crolla” verso l’interno e si manifesta con un dolore dalla caviglia, nella parte interna e sotto al piede, che spesso peggiora durante l’attività fisica, e nei casi più gravi anche solo camminando o stando in piedi fermi.
La diagnosi.
La diagnosi è prima di tutto clinica, visito i bambini osservando la posizione dei loro piedi sul pavimento in posizione statica e in punta di piedi. In seguito si procede con una diagnosi strumentale, una semplice radiografia sotto carico e in qualche caso una RMN per diagnosticare il problema e valutarne la gravità.
Quali sono le possibili soluzioni?
Esistono tre soluzioni possibili:
- Non fare nulla;
- Utilizzare i plantari su misura;
- Effettuare un intervento chirurgico.
L’intervento chirurgico per la correzione del piede piatto è molto diverso dallo stesso intervento che si poteva affrontare prima del 2009. Oggi l’intervento si effettua in anestesia locale e dura qualche minuto. Si preferisce inoltre affrontare l’intervento di un piede alla volta per facilitare una rapida ripresa nella deambulazione e dello sport preferito del bambino in oggetto.
L’intervento di posizionamento di endortesi seno-tarsica.
Parliamo del trattamento chirurgico che si può decidere di fare dopo gli 8 anni. Si tratta della correzione mediante posizionamento di endortesi. L'intervento consiste nell’inserimento tramite una piccola incisione di un dispositivo simile ad un ditale da cucito che ha lo scopo di limitare l’eccessiva pronazione e di mantenere il calcagno in una posizione corretta. L’intervento si effettua in anestesia locale e dura pochi minuti. Il bambino durante l’intervento chirurgico è infatti vigile e spesso sceglie la canzone preferita da ascoltare per distrarsi.
Non necessita di ricovero e il dolore è tenuto sotto controllo nei successivi due giorni con comuni antidolorifici. Il piccolo paziente può subito iniziare a muoversi con l’aiuto delle stampelle e dopo 2-3 giorni di solito cammina senza problemi. Dopo 10 giorni può tornare a correre e saltare!
Spesso la legittima preoccupazione dei genitori sta tutta nell'idea dell'intervento: per questo motivo ho deciso di farvelo vedere! Proprio perché non si tratta di un intervento impressionante, nel video qui di seguito potete osservarne tutte le fasi, dall’inizio alla fine.
Per vedere il video dell’intervento, clicca sul link.
L’importanza dello sport.
Lo sport è prioritario nell’educazione dei nostri figli, sia da un punto di vista di sviluppo fisico che intellettuale, perché il bambino impara il rispetto delle regole, il sacrificio in nome di un obiettivo e socializza con gli altri. Quindi, assecondando le attitudini sportive dei nostri figli, cerchiamo di accompagnarli nella scelta di uno sport e nella sua assidua frequentazione.
Quale sport è più adatto per correggere eventuali malformazioni del piede? Quale invece è da evitare per non aggravare situazioni già a rischio?
Fondamentalmente non ci sono sport da evitare, non è necessario quindi distogliere i nostri figli dalla frequentazione delle loro attività preferite e spesso non è nemmeno il caso di obbligarli a indossare fastidiosi plantari. Non che questi non siano utili, ma nella misura e nelle tempistiche adeguate, perché si tratta comunque di oggetti che devono essere confortevoli e mai percepiti come fastidiosi.
Quindi cosa fare per correggere le problematiche legate ai piedi dei vostri bambini? In aiuto ai genitori c’è l’ortopedico, il cui ruolo è quello di seguire l’evoluzione del piede piatto fisiologico e fornire adeguate soluzioni nei casi in cui questo piede presenti delle patologie.
Il momento giusto per una prima valutazione del piede è tra i 6 e gli 8 anni, quando lo sviluppo del piede è tale per permettere già una definizione dell’insorgenza di malformazioni o problematiche di vario tipo.
Le differenze tra piede piatto e piede cavo.
Per piede piatto si intende un piede che presenta riduzione in altezza della volta plantare, accompagnata spesso da valgismo del calcagno, cioè tallone deviato verso l'interno.
Un piede cavo è invece una conformazione del piede caratterizzata da una eccessiva concavità della volta plantare, che comporta una superficie di appoggio più ridotta in genere limitata al tallone ed alla parte anteriore con esclusione della porzione intermedia della pianta.
Entrambe le situazioni possono essere asintomatiche, rappresentando quindi una struttura caratteristica del proprio piede, oppure possono provocare dolore più o meno grave ed essere quindi trattate, con una terapia conservativa o chirurgica.
Domanda e risposta.
Con quale incidenza si presenza questa conformazione e quali sono le cause?
Il 20% dei bambini presenta il piede piatto e le cause sono per lo più genetiche, infatti durante le visite mi capita spesso di ascoltare genitori e nonni che raccontano di aver portato in tenera età scarpe correttive. I plantari sono utili? Certo, soprattutto quando un bambino presenta difetti nella deambulazione fin dal primo anno di vita, ma dai 5 ai 7/8 anni è necessario lasciare il piede libero di autocorreggersi e poi effettuare una valutazione ortopedica specifica.
E’ utile camminare a piedi nudi?
Sì, in un ambiente protetto è utile lasciare il bambino libero di muoversi a piedi scalzi. Uno sport come le arti marziali, per esempio, è molto consigliato per favorire il corretto sviluppo dei piedi.
Quali sono i possibili danni se il piede piatto non viene curato?
In età avanzata possono presentarsi anche altre patologie correlate al piede piatto, come l’alluce valgo, la fascite plantare, le dita a martello e problemi alle ginocchia. Inoltre tutti gli sport in cui il piede subisce sollecitazioni potrebbero essere più problematici (la corsa e il salto per esempio).
Qualche mese fa sono stato intervistato a “Prima Antenna” per il programma “Prima la salute” e ho parlato proprio del piede piatto nei bambini.
Al seguente link potete vedere l’intervista integrale.