Patologia dai severi risvolti biomeccanici ed estetici, l’alluce valgo rappresenta un disturbo del piede che consiste in una deformazione del primo dito che appare deviato lateralmente. La caratteristica sporgenza del primo osso metatarsale comunemente chiamata “cipolla”, che appare sulla porzione esterna del piede, è correlata ad un’infiammazione della borsa e rappresenta la principale sintomatologia del disturbo. I fenomeni legati all’alluce valgo sono molteplici e possono variare in base allo stadio e alla gravità del disturbo. Solitamente non è presente dolore nelle prime fasi, ma compare con il progredire del quadro clinico, accompagnato da ispessimento della cute nella porzione interessata, gonfiore e intorpidimento, manifestazione di alterazioni anatomiche legate al primo dito del piede, difficoltà di deambulazione.
La comparsa di una condizione di alluce valgo può essere imputata a diversi fattori che possono essere suddivisi in congeniti (o primari) e acquisiti (o secondari). Per quanto riguarda i fattori congeniti, la patologia ha un’alta probabilità di manifestarsi nel momento in cui dovessero essere pre-esistenti alterazioni anatomiche del piede, come piedi piatti e piedi cavi.
Un altro importante aspetto che non deve essere sottovalutato è l’ereditarietà di tale patologia, soprattutto nel caso in cui si trattasse di alluce valgo giovanile.
Le cause acquisite, invece, sono riconducibili ad episodi traumatici e infiammatori pregressi. Importanti infortuni o abitudini malsane, come indossare calzature inadatte per molte ore al giorno, possono condurre alla comparsa del disturbo.
È molto importante non sottovalutare la patologia fin dalla comparsa dei primi sintomi.
È essenziale sottoporsi ad una visita specialistica in modo tale da poter ricevere la corretta diagnosi e poter, così, intraprendere il trattamento più consono. Se non trattato, l’alluce valgo può condurre ad una severa infiammazione cronica delle articolazioni metatarso-falangee, ma anche a lesioni ossee e ad un’alterazione della funzionalità del piede e, quindi, dello schema motorio.
Come accennato precedentemente, una tempestiva diagnosi rappresenta uno step imprescindibile per quanto riguarda il decorso del disturbo. Essa può essere effettuata attraverso la semplice osservazione da parte di uno specialista. L’esame baropodometrico, inoltre, conferisce la possibilità di studiare il modo con cui il paziente scarica il peso del corpo a terra attraverso la pianta del piede. Così facendo è possibile analizzare il quadro clinico del soggetto e quindi andare a individuare alterazioni dello schema posturale e motorio. L’esame radiologico, infine, consente la misurazione dell’angolo tra il primo metatarso e la falange prossimale dell’alluce. Nel caso in cui questa superasse gli 8°, l’intervento tempestivo è imperativo, in quanto la condizione tenderebbe a peggiorare progressivamente nel tempo.
Per quanto concerne il trattamento, esso è correlato alla gravità del caso presentato dal soggetto.
• Nei casi più lievi si opta per una strategia di tipo conservativa che consiste nell’applicazione di ghiaccio più volte al giorno, trattamenti fisioterapici e l’utilizzo di plantari specifici, al fine di aiutare la pianta del piede a scaricare in modo fisiologico il peso del corpo. I
• l trattamento farmacologico, a base di antidolorifici e antinfiammatori, rappresenta una valida soluzione per quanto riguarda il controllo della sintomatologia.
• L’intervento chirurgico, d’altro canto, rappresenta l’unica alternativa nei casi più severi, quando la strategia conservativa non si rivela efficace e quando si vuole correggere il disturbo anche da un punto di vista estetico, riuscendo a ripristinare l’alluce nella sua posizione anatomica fisiologica. Al momento sono presenti diversi tipi di intervento legati all’alluce valgo, ed è possibile capire quale sia il più adatto allo specifico caso clinico studiando il paziente, tenendo in considerazione l'età, le condizioni di salute, le attività professionali e sportive svolte e la gravità dei sintomi.
In generale, quindi, è chiaro che la familiarità rivesta un ruolo molto importante nella comparsa di tale disturbo. Tuttavia, può rivelarsi molto utile adottare alcuni piccoli accorgimenti che possono scongiurare il manifestarsi di tale problematica, come uno stile di vita sano e l’utilizzo di calzature adatte, con un tacco mai più alto di 4/5 cm e che siano abbastanza comode da permettere alle dita del piede di potersi muovere liberamente.
Mi chiamo Roberto Camisassa, sono Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia. Mi dedico principalmente alle patologie a carico del Piede e della Caviglia ed opero presso in strutture accreditate con il SSN in Piemonte.
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