La Sindrome di Haglund: di cosa si tratta
La Sindrome di Haglund si manifesta con un’alterazione del normale profilo anatomico del calcagno, legata ad una presenza eccessiva di osso che può determinare un aumento dell’attrito con i tessuti molli circostanti e con la calzatura.
Quali sono le cause più comuni
La maggior parte dei pazienti che soffrono di Sindrome di Haglund sono corridori abituali di età compresa tra i 30 e i 55 anni. Non è chiara la motivazione di tale formazione ossea, ma si è osservato che la familiarità, l’aver sofferto da piccoli di dolore al tallone e l’utilizzo di alcuni tipi di scarpe possono favorire l’insorgenza del disturbo.
Ma esiste anche un fattore strettamente legato alla conformazione anatomica del piede, i soggetti colpiti dal Morbo di Haglund hanno anche un piede piatto o un piede cavo.
Inoltre alcuni tipi di calzature costituiscono un possibile fattore di rischio: scarpe troppo strette, chiuse, con un bordo posteriore rigido o i tacchi alti, ma anche pattini a rotelle o da ghiaccio, stivali e scarpe anti-infortunistiche da lavoro.
I sintomi della Sindrome di Haglund
I sintomi più comuni sono:
- - Dolore al tallone, localizzato dietro al calcagno, a livello dell’inserzione del tendine di Achille. Il dolore si attenua a riposo, ma si avverte pungente alla palpazione.
- - Tumefazione visibile: il normale profilo del calcagno è alterato dalla presenza di una protuberanza dura al tatto.
- - Gonfiore e rossore, in fase acuta il dolore è accompagnato da infiammazione.
- - Limitazione funzionale, il dolore si scatena durante l’attività fisica e a lungo andare la mobilità della caviglia si riduce con conseguente rigidità del movimento articolare.
La Sindrome di Haglund può essere accompagnata da una borsite posteriore al tendine di Achille e da una tendinopatia inserzionale del tendine, oltre ovviamente ad una irritazione superficiale dovuta allo sfregamento. Può inoltre essere correlata alla fascite plantare: l’infiammazione della fascia plantare. Vi ho parlato del dolore al piede e fascite plantare in un altro articolo del mio blog che vi invito ad approfondire.
Sindrome di Haglund vs Spina Calcaneare
La Sindrome di Haglund non va confusa con la Spina Calcaneare. Vediamo brevemente di cosa si tratta.
Si tratta di una “non patologia”. Molte persone vengono da me dicendo: «Sono qui perché ho lo sperone calcaneare!» presentando anche radiografie che lo dimostrano. In queste occasioni spiego ai miei pazienti che quasi tutte le persone di età superiore ai 35-40 anni hanno nelle radiografie dei propri piedi una crescita ossea sotto al calcagno, sia in persone sportive che sedentarie, sia in piedi piatti che cavi.
La cura della Spina Calcaneare non comporta quindi di togliere lo sperone chirurgicamente o trattarlo con l’idea di ridurlo di dimensioni, bensì curare le strutture vicine, nella stragrande maggioranza dei casi ci concentreremo sulla fascia plantare.
Un’ecografia, che dimostra l'aumentato spessore della fascia plantare a livello della sua inserzione calcaneare, ci aiuta a formulare la corretta diagnosi. Nei rarissimi casi di sperone calcaneare doloroso, la tecnica mini-invasiva ci permette di asportarlo mediante una piccola incisione, non in zona di carico, permettendo al paziente un rapido recupero.
Diagnosi
Il trattamento corretto comincia sempre con un’accurata diagnosi!
La diagnosi del Morbo di Haglund si avvale principalmente dell’anamnesi, cioè della raccolta delle informazioni inerenti al paziente e della descrizione dei sintomi da esso fornita. Si esegue poi, durante una visita specialistica, un’osservazione e valutazione clinica che prevede la palpazione della regione retrocalcaneare e del decorso del tendine d’Achille, l’esame della conformazione e dell’assetto strutturale del piede, l’esame della mobilità articolare passiva ed attiva della caviglia e del piede, l’esame della deambulazione e della calzatura.
Sono poi utili esami strumentali come l’RX, l’ecografia e la risonanza magnetica. Grazie a questi esami si evidenzia l’esatta localizzazione della protuberanza calcaneare e la possibile formazione di calcificazioni ossee.
Come si cura la Sindrome di Haglund
Una volta individuato il problema è fondamentale iniziare ad utilizzare calzature adeguate in base alla forma del piede ed alle attività che si andranno a svolgere: in questi casi un plantare su misura, che renda più confortevole l’appoggio ed attutisca i difetti posturali, aiuta moltissimo!
Per i soggetti più sportivi è altamente consigliata la sospensione o il rallentamento degli allenamenti, al fine di non alimentare l’infiammazione peggiorandone la gravità.
Se inizialmente il fastidio può essere tenuto sotto controllo, successivamente la situazione può peggiorare e quindi consiglio una valutazione medica ed esami radiografici per verificare la presenza della sporgenza ossea, che è ritenuta esserne la causa predisponente.
La soluzione può essere conservativa se intrapresa dopo le prime avvisaglie, con l’assunzione di antinfiammatori e terapia locale, spesso partendo da plantari su misura che rendano più “fisiologico” l’appoggio del retropiede.
Quando la situazione diventa cronica, esiste una soluzione chirurgica, che consiste nell’asportazione della sporgenza ossea e in piccoli taglietti lungo di decorso delle fibre tendinee dell’Achille.
Dopo un primo periodo in tutore, iniziare precocemente il trattamento riabilitativo accelera la guarigione e permette allo sportivo di tornare presto all’attività preferita. Nei casi più gravi si può anche correggerne il difetto di appoggio.
In un altro articolo del mio blog vi ho parlato di come affrontare un intervento chirurgico?
I timori e le paure che nascono spontanei sono legati all’anestesia, al dolore post-operatorio e alle tempistiche di recupero ed è compito del chirurgo togliere ogni dubbio prima dell’intervento, per permettere al paziente di affrontare serenamente la situazione e concentrarsi poi sul suo recupero funzionale.
Domande frequenti
- Può colpire anche i bambini?
Quando la patologia colpisce i più piccoli si tratta di un’osteocondrosi, cioè di una malattia della cartilagine di crescita del calcagno, chiamata Morbo di Sever, ed è caratterizzata da un’irritazione della cartilagine di crescita del calcagno, presente soprattutto nei giovani sportivi fra gli 8 e gli 11 anni, con dolore diffuso al tallone, a comparsa durante e dopo l’attività sportiva.
- Le infiltrazioni sono utili?
Le infiltrazioni sono sconsigliate e gli anti-infiammatori locali servono a poco in questo caso.
- In cosa consiste la riabilitazione post-operazione?
Dopo l’intervento chirurgico viene solitamente consigliato di indossare un tutore per qualche settimana e di mantenere l’arto inferiore in scarico utilizzando delle stampelle per la deambulazione.
Il percorso riabilitativo è mirato al ripristino della normale funzione articolare: esercizi di mobilizzazione passiva ed attiva, esercizi di potenziamento muscolare e rieducazione al passo. A seconda della situazione soggettiva verrà consigliato il percorso più adatto da personale specializzato.
- Quali sono i tempi di recupero del Morbo di Haglund?
I tempi di recupero possono variare a seconda della gravità del quadro clinico e del tipo di intervento chirurgico affrontato. Solitamente la piena ripresa delle abituali attività varia tra le 4 e le 10 settimane.