Possono essere causate da un “over-use”, ossia in seguito ad un esagerato sforzo, ma anche e molto più frequentemente sono la conseguenza di un cattivo appoggio, spesso ignorato.
Ma procediamo con ordine: cosa sono i tendini?
I tendini presenti nel corpo sono 276 e sono robuste strutture fibrose dal colorito madreperlaceo, che uniscono i muscoli alle ossa o ad altre inserzioni. Ogni tendine è formato da una sostanza molto resistente, chiamata collagene, e da una più elastica detta elastina.
Il ruolo principale dei tendini è quello di trasmettere la forza esercitata dai muscoli alle strutture alle quali sono connessi. Proprio per questo motivo la loro struttura deve essere forte, resistente e poco elastica, poiché costantemente soggetta a sollecitazioni, spesso violente. Basti pensare che già solo uno stiramento pari al 10% sarebbe sufficiente per lacerare le fibre tendine più deboli.
In modo simile a come avviene per i muscoli, anche i tendini dimostrano grande capacità di adattamento, grazie al continuo processo del rinnovamento muscolare: rispondono infatti agli stimoli esterni, irrobustendo o indebolendo la propria struttura in caso di aumento o diminuzione del carico di lavoro. Questo processo avviene però in modo molto più lento rispetto al muscolo, essendo i tendini strutture scarsamente vascolarizzate con un consumo di ossigeno piuttosto ridotto.
Cos’è la tendinite?
Quando un tendine viene sollecitato oltre il limite di sopportazione fisiologica, le fibrille (fibre contenenti neurofilamenti dal diametro di circa 10 nanometri) che lo compongono subiscono delle lesioni più o meno ampie. Nonostante queste lacerazioni vengano riparate immediatamente e spontaneamente, le nuove cellule danno vita ad un tessuto più vascolarizzato, disorganizzato e per questo meno resistente. Inizia così il processo infiammatorio che prende il nome di tendinite e che può coinvolgere uno o più tendini contemporaneamente. Solitamente l’infiammazione viene portata al suo apice da ripetizioni croniche di micro-sollecitazioni che, a lungo andare, alterano la normale struttura delle fibrille: ecco che si spiega il concetto di over-use.
Va notato che questa tipologia di problema molto raramente si verifica su soggetti con tendini sani: il 97% delle degenerazioni tendine sono infatti causate dalla ripetizione continua di microtraumi.
Un tendine sano, se sottoposto a tensioni eccessive, di rado sarà soggetto ad una rottura acuta da sovraccarico, ma porterà alla lacerazione del muscolo o del segmento osseo a cui è attaccato.
Nel caso in cui, invece, i tendini fossero già indeboliti da continui microtraumi, la loro resistenza andrebbe scemando, rendendoli suscettibili a possibili lesioni.
Vediamo quali sono le alcune delle possibili cause della tendinite:
• Sovraccarico funzionale: spesso si è portati ad andare oltre i propri limiti, spingendo il corpo a svolgere allenamenti per i quali non è preparato.
• Scarpe non adatte: l’appoggio del piede è fondamentale per mantenere il giusto equilibrio della struttura. Una calzatura sbagliata può portare ad una correzione forzata del movimento, con conseguente sollecitazione dei tendini.
• Corsa sulla sabbia: soprattutto d’estate si riscontrano parecchi casi di soggetti sportivi che, in seguito a ripetute sessioni di jogging sulla spiaggia, riportano dolori nell’appoggiare il piede anche al termine dell’allenamento, soprattutto dopo una fase di riposo. Questo avviene per la conformità dei terreni sabbiosi che privano della giusta stabilità l’appoggio del piede, portando a movimenti sconnessi e non del tutto controllati.
• Mancanza di riscaldamento: iniziare l’attività passando immediatamente alla fase intensa dell’allenamento può portare ad un’esagerata sollecitazione dei tendini che, a lungo andare, può causare l’insorgere dell’infiammazione.
• Ripresa precoce dell’allenamento dopo un infortunio: la fase di recupero, sia nelle sessioni di allenamento che dopo un infortunio, è fondamentale per aiutare il corpo a riconquistare la piena padronanza di tutte le sue funzioni, garantendo di conseguenza il corretto svolgimento delle differenti attività.
• Vizi posturali: spesso accade che, per ragioni sconosciute, si inizino a mantenere, e convertire in cronici, movimenti e posture scorrette, che alterano il normale equilibrio portando al malfunzionamento della struttura corporea.
Nel caso di un atleta la patologia tendinea può verificarsi in concomitanza ad un cambio radicale nel programma di allenamento, mentre per un soggetto sedentario l’insorgere dell’infiammazione è quasi sicuramente legata alla pratica di un allenamento al quale non è abituato.
Come diagnosticare una tendinite?
Quando il dolore si fa notare ad ogni sessione di allenamento o anche semplicemente durante una tranquilla passeggiata in città, è il caso di rivolgersi ad uno specialista, per verificare la natura del proprio fastidio e procedere con le cure del caso.
La risonanza magnetica consente di diagnosticare correttamente le cause del dolore tendine. Questa particolare tecnica, oltre a calcolare nel dettaglio la lesione, permette di calcolarne l’estensione e l’entità. Un altro strumento molto utile per valutare correttamente le patologie tendinee è l’ecografia: anche se meno precisa rispetto alla risonanza magnetica, è spesso utilizzata in quanto meno invasiva e meno costosa.
Una visita specialistica sarebbe da preferire prima di essere sottoposti ad uno di questi due esami, perché un’accurata anamnesi e un esame clinico approfondito consentono di essere più precisi nella richiesta di un esame: più specifico è il quesito da porre al collega radiologo, più precisa sarà la risposta!
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Mi chiamo Roberto Camisassa, sono un Medico Chirurgo, specialista in Ortopedia e Traumatologia. Mi dedico principalmente alle patologie a carico del Piede e della Caviglia ed opero presso la Clinica La Vialarda di Biella, la Clinica Eporediese di Ivrea e l'Istituto Clinico Valle D'Aosta a Saint-Pierre.
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