L’artrosi della caviglia è una patologia cronica che colpisce generalmente soggetti tra i 50 e i 70 anni, che hanno precedentemente subito un trauma in età più giovane: è proprio per questa natura post-traumatica che l’artrosi della caviglia è diffusa in un’età precoce rispetto all’anca e al ginocchio. Con il passare degli anni l’artrosi della caviglia conduce ad una disabilità crescente, ad un dolore sempre più importante e alla progressiva limitazione della mobilità articolare.
Quali sono i sintomi?
Dolore
Il dolore è il primo campanello d’allarme. In seguito al consumo della cartilagine articolare si innesta un processo di infiammazione che la danneggia ulteriormente.
Al principio il paziente riscontra dolore alla caviglia e riduzione dell’articolarità, soprattutto al mattino. Durante la giornata il fastidio risulta diminuire in seguito al continuo movimento che stimola la produzione di liquido sinoviale all’interno dell’articolazione e che ne favorisce la lubrificazione dei capi articolari.
Con il passare del tempo il dolore aumenta, manifestandosi anche a riposo, durante la camminata o semplicemente toccando la caviglia, che risulterà gonfia e rigida, con possibili mal-allineamenti, spesso dovuti ad un non perfetto recupero post-frattura.
La maggior parte delle artrosi di caviglia deriva proprio da una frattura precedente con coinvolgimento dei capi articolari (fratture articolari) con guarigioni in cui viene alterato l’asse meccanico dell’articolazione (fratture scomposte).
Rigidità
Ulteriore disagio dovuto all’artrosi di caviglia è la rigidità articolare, che si sviluppa come conseguenza del tentativo del corpo di rendere più stabile l’articolazione attraverso la formazione di osteofiti, ma anche in seguito alla contrazione della muscolatura che diventa gradualmente meno tonica per via dei movimenti ridotti.
Tumefazione
L’infiammazione ed il riversamento di liquido sinoviale (fluido contenuto nella membrana protettiva dell’articolazione che serve a lubrificare l’articolazione stessa) portano alla creazione di un rigonfiamento della caviglia che, con il passare del tempo, presenta una tumefazione della zona interessata, spesso dolente anche al tatto.
Deformità
L’artrosi di caviglia, come si è detto, è per il 70-80% una conseguenza di traumi precedenti, che implicano spesso una storia di interventi volti al ripristino dell’articolazione. La maggior parte delle volte il trauma in questione è di forte impatto (incidenti stradali, motociclistici, sportivi) e le fratture che comporta sono spesso gravi, scomposte e a volte esposte. Per questo motivo l’artrosi è accompagnata dalla presenza di una deformità, che causa il sovraccarico di parti dell’articolazione, facendole lavorare in modo scorretto. Questo aspetto non è da sottovalutare, poiché, come si è visto, non interessa solo la caviglia, ma può coinvolgere anche articolazioni limitrofe come la sottoastragalica ed il ginocchio.
Diagnosi
Per poter diagnosticare questa patologia è necessario, oltre alla visita ortopedica, procedere con radiografie in carico, TAC ed RM per valutare con precisione l’entità della degenerazione ed evidenziare eventuali segni tipici dell’artrosi, quali:
• Riduzione della rima articolare
• Addensamento dell’osso subcondrale
• Geodi (cavità dell’osso)
• Osteofiti (escrescenze ossee periferiche all’articolazione)
Artrosi alla caviglia e sport
Lo sviluppo di questa patologia sembra prevalere ed insorgere in soggetti con un passato sportivo.
Spesso si sente parlare di “caviglia dell’atleta” e “caviglia del giocatore di calcio”: numerosi studi testimoniano che nel 45% dei giocatori di calcio e nel 59,3% dei ballerini si verifica una “situazione di crisi” a livello dell’articolazione della caviglia, che favorisce l’insorgere della patologia. In entrambi gli sport, infatti, gli atleti compiono un movimento di dorsi-flessione massima della caviglia che provoca un conflitto anteriore ed una distrazione posteriore dell’articolazione.
Anche il mondo della corsa è soggetto a rischi per quanto riguarda l’artrosi di caviglia: è infatti dimostrato che il sovraccarico delle articolazioni può condurre a cambiamenti nella composizione e nelle proprietà delle stesse.
L’intensità e la durata dell’attività sportiva, come anche traumi diretti, microtraumi ripetuti o torsioni possono portare al danneggiamento della cartilagine, contribuendo a peggiorare l’artrosi.
Trattamenti
Essendo una malattia degenerativa è impossibile poter guarire totalmente e far sì che la caviglia ritorni alla sua condizione originale. La terapia medica può alleviare i sintomi ma non è in grado di arrestare il processo degenerativo.
Cosa fare?
Vediamo insieme quali sono le opzioni per contrastare questa patologia:
• Nei casi meno gravi si può attuare un approccio chirurgico artroscopico che si limita a procedure di recupero articolare o peri-articolare, mirate alla riparazione del tessuto degenerato, se limitato.
• Alcuni benefici possono essere ottenuti anche attraverso la terapia infiltrativa con cortisonico e/o acido ialuronico, attuando la visco-supplementazione (come si fa con le cerniere arrugginite di casa).
• Nei casi in cui invece la degenerazione e la deformazione tessutale avessero già raggiunto uno stadio troppo avanzato è necessario valutare una sostituzione (artro-protesi) dell’articolazione colpita, come si fa con l’anca e il ginocchio.
In base alla situazione ed alla gravità del caso, l’ortopedico è in grado di consigliavi la soluzione migliore, consapevole dell’esistenza di interventi volti alla risoluzione del dolore e di protesi di caviglia che negli ultimi anni stanno dando grandi soddisfazioni a noi chirurghi e ovviamente anche ai pazienti che si sottopongono a questa procedura.
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